Il progetto per la facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli studi di Milano è stato suddiviso in due lotti principali comprendenti un edificio per Attività didattiche (comprensivo di spazi amministrativi, biblioteca, aule didattiche, aule studio e servizi generali per la facoltà) e un edificio per attività dipartimentali (uffici e laboratori di ricerca). La caratteristica principale del progetto è la sua particolare attenzione alla natura circostante: si conserva il più possibile e si valorizza il paesaggio come elemento fondamentale. In questo modo l’intervento definisce un forte legame con il contesto di cui fa parte. La roggia, che attraversa il sito trasversalmente, diventa il “centro” del nuovo Campus e definisce con chiarezza il rapporto tra la natura e il costruito. L’edificio è aperto, rivolto alla natura esistente in modo da diventare parte del contesto circostante, dove rogge e marcite sono elementi fondamentali nella costruzione del paesaggio; l’elemento acqua diventa organizzatore dello spazio aperto.
Il nuovo complesso è diviso funzionalmente in due lotti, articolati spazialmente come le cascine lombarde, una tipologia tipica del luogo, mantenendo un lato della corte aperto verso la campagna. L’area centrale, a cavallo tra i due edifici, è dedicata alle funzioni più pubbliche che diventano cerniera tra le diverse funzioni. La distribuzione rigida e allo stesso tempo ritmica degli ambienti è solo strettamente legata ad esigenze funzionali e impiantistiche che garantiscono elevata flessibilità agli ambienti, concepiti secondo un modello open-space e suddivisi con pareti assemblate a secco.